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Per valorizzare il patrimonio artistico e culturale è fondamentale investire non solo nelle tradizioni e nei luoghi, ma anche nelle persone che contribuiscono a mantenerli vivi. Scegliere di sostenere un giovane pianista emergente e portarlo ad esibirsi come artista di supporto ad un grande concerto è una strategia che permette di valorizzare il talento locale. Per noi significa investire sul capitale umano della comunità. Il nostro portare un giovane pianista su un grande palco mira anche ad essere fonte di ispirazione per altri giovani a perseguire i propri sogni artistici.
"Il 31 maggio 2024 ci vedevamo per la prima volta io e Giuse, senza altre voci, senza rumori, in un salotto di casa sua.
Eravamo d’accordo che avremmo provato ad organizzare dei live insieme.
Portai le mie idee, i miei progetti e gli presentai qualcosa che a parere mio: "difficilmente si vede".
Dopo due ore gli chiesi: "ora fammi ascoltare qualcosa", conoscevo il talento, ma voglio "viverlo" e "sentirlo".
Percorremmo tutto il corridoio in parquet e arrivammo in un altro salotto, ero in piedi e lui iniziò a suonare. Le note, la profondità e le emozioni mi distrussero di felicità.
Suonava solo da 3 anni, ma io avevo capito di aver davanti un grandissimo talento.
Sin dall’inizio puntammo il 19 luglio, come prima data, giorno del live di Ernia.
Dopo ore in studio di registrazione per lui e a casa a provare i pezzi, chiamate, lavori alle 2 di notte e tanti sforzi per me, in un mese scarso lo portai da zero ad aprire il live di Ernia, a creare un accordo con Studio Leonardo, che ringrazieremo per sempre, a posizionare il pianoforte top di gamma su una scalinata barocca in centro alla piazza e a suonare ben 30 minuti.
Un successo per entrambi, una grandissima emozione.
Il primo grande obiettivo portato a casa, il primo di tanti.
Siamo sulle stesse corde, viviamo esperienze simili, in ambiti diversi e questo ci lega da morire.
Come la mia biografia, questo viaggio si costruirà giorno dopo giorno.
Mi costruisco giorno dopo giorno, amo fare esperienze e costruire sogni, proprio come con Giuse Bharry. Amo le persone e parlare con chi ancora non conosco, ho diverse esperienze davanti al pubblico, per esempio con Mindperformance, azienda con cui lavoro, su palchi davanti da centinaia di persone.
Mi piace costruire relazioni senza confini, come con Gianluca, ragazzo italiano che vive in Silicon Valley, con cui creo e scrivo contenuti per i suoi canali social.
Sperimento il "viaggio" per l’Italia, per l’Europa, per il mondo, ma spesso anche metaforicamente.
Amo imparare dagli altri, ascolto podcast che raccontano storie e partecipo a corsi di alta formazione, per esempio con Mindperformance e con Performance Strategies…
Sono riflessivo, sembro estroverso, ma sono solo bravo a comunicare.
Studio di tutto, amo collezionare francobolli e macchinine d’epoca, sono anche un ottimo sportivo, il lavoro in team per me è estremamente arricchente, come fosse di natura."
In arte il mio nome è Bharry, rapper, pianista e produttore emergente. Ho da poco compiuto 18 anni, la mia leva è del 2006 e vengo da Cuneo.
Quando ero più piccolo la musica che ascoltavo sempre era quella che mio padre metteva sempre in macchina: il grande cantautorato italiano era la colonna sonora dei nostri viaggi e così mi divertivo a cantare a memoria le canzoni di Vecchioni, Venditti, De Gregori, Guccini e molti altri con lui.
Un giorno poi, su YouTube, comparve il video di Maracanã, avevo 7 anni, da quel momento Emis Killa diventò un loop, il rap aveva qualcosa di diverso, cominciai a parlarne con tutti gli amici. Allargai il genere e scoprii pilastri come Fedez, Marra e Gue, iniziai ad ascoltare i freestyle e a replicarli a memoria fino a quando non mi mancava il fiato.
Allo stesso tempo ero affascinato dalle nuove pop star, spesso mi immedesimavo nei video di Justin Bieber o Shawn Mendes, oppure ancora ricordo di quante volte provavo la moon walk di Micheal Jackson. Ora posso dire che da bambino ero molto più invaghito dell’idea della star piuttosto che approcciarmi alla musica in senso proprio.
Fin quando, alle medie, un mio amico mi fece vedere il film dei Queen: vedere i retroscena di come viene prodotta una canzone in studio e viene poi suonata dal vivo mi accese gli occhi.
Alle superiori per il troppo studio persi diversi amici e gradualmente anche lo sport, così alla fine di un amore decisi di esternare qualcosa, iniziai a suonare pianoforte pop in seconda per poi passare allo studio classico alla fine della terza. La scrittura accompagnava il pianoforte e viceversa, due espressioni di me che soltanto da poco si sono unite e hanno creato Bharry.
Nel mese di marzo di quest’anno ho pubblicato la mia prima canzone, PRELUDE, forse quella che più esprime meglio un particolare momento. A seguito sono uscite anche 3MOOD e AWAY. Nel mese di luglio ho poi avuto la possibilità di esibirmi in apertura del dj set di Ernia ad Alba, evento che ha definito l’inizio di un rapporto di collaborazione tra me e Simone Borgogno, il mio manager, e Studio Leonardo Arte, attraverso cui ho avuto modo di dare vita ad un sogno.
Giuseppe Baldi rappresenta una generazione che si sente in preda a una montagna russa. Di tutto questo “sentire” si può prendere il controllo, esibendosi su un palco e dando voce alle parole scritte silenziosamente su un foglio. Scoperto dal giovanissimo Simone Borgogno, in questo progetto Leonardo arte sostiene due talenti emergenti, uno artistico e l’altro manageriale.
Bharry Giuse Baldi